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Uliveto e Rocchetta non sono “acque della salute”, il Giurì censura la pubblicità. Bloccate le campagne in corso

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(un articolo di Roberto La Pira)

La pubblicità delle acque minerali Uliveto e Rocchetta è ingannevole. La frase “acque della salute” utilizzata da anni in tutti gli spot è scorretta e anche il richiamo alla prevenzione di alcune malattie è ingannevole.

È questa la decisione adottata dal Comitato di controllo del Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria in seguito ad una segnalazione inviata da Il Fatto Alimentare.  Dopo la pubblicazione sul sito della decisione  avvenuta ieri, la società Cogedi ha interrotto le campagne in corso.

Il messaggio, apparso su diversi quotidiani come La Sicilia, il Corriere della sera e la Repubblica, risulta ingannevole perché attribuisce in modo del tutto improprio “proprietà nella prevenzione e nella cura di malattie (ad. es.: osteoporosi, calcolosi urinaria)”.

Anche il riferimento nel messaggio alla Federazione Italiana Medici di Famiglia (F.I.M.M.G.) risulta arbitrario perché si tratta un’associazione di natura sindacale che “attribuisce alle promesse pubblicitarie il vaglio di un riscontro scientifico inducendo il pubblico a fare affidamento su qualità curative dei prodotti che essi non possiedono”.

uliveto-censurata

Anche lo slogan  “acque della salute” è ingannevole perché lascia intendere che Uliveto e Rocchetta siano prodotti “specificamente utili per la prevenzione e la cura di malattie”. Secondo la sentenza si tratta di indicazioni salutistiche che “non hanno trovato esplicita autorizzazione ministeriale e sono quindi anche sotto questo profilo improprie”.

Per la cronaca va detto che la frase “le acque della salute” è stata giudicata ingannevole in una sentenza del Giurì del  2004, perché attribuiva alle due minerali un requisito di superiorità rispetto alle altre marche che non esiste.

I distratti manager di Rocchetta e Uliveto hanno forse dimenticato la decisione e hanno continuato ad utilizzare lo slogan togliendo l’articolo “le”. La furberia è stata smascherata solo dopo la nostra segnalazione e, forse adesso  lo slogan dovrebbe essere definitivamente cancellato. Speriamo.

°°°

Come dicevo ieri a La Pira, anche se ho notato che molti sono più attenti e consapevoli, leggono le etichette, e nel dubbio chiedono (a me perlomeno spesso capitano richieste in tal senso di amici), resta uno zoccolo duro (che non mi spiego) di consumatori che pur consci dell’importanza di sapere cosa comprano, mettono in secondo piano la scorrettezza insita nella pubblicità ingannevole o fuorviante che denota come minimo la mancanza di correttezza verso il consumatore se non una malafede cronica oltre che al disprezzo delle normative; e quindi, al solito, tutti ad urlare contro i furbetti, ma poi allo stato dei fatti, si adeguano.

 

 

 



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