E’ un discorso già fatto, ma leggendo l’articolo di Roberto La Pira su il Fatto Alimentare, è lampante che è il sistema che non funziona; a prescindere dall’evidente malafede pianificata a tavolino dall’azienda che continua imperterrita con pubblicità che ingannano i consumatori (e questo dovrebbe far riflettere ed agire ognuno di noi), resta il fatto che se prosegue su questo cammino, significa che censure e sanzioni non sono di entità sufficiente.
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Il Presidente del comitato di controllo del Giurì ritiene il messaggio pubblicitario della crema Kilocal Rimodella apparso “Corriere della Sera” il 9 febbraio 2013, contrario agli articoli 2 e 23 del Codice di autodisciplina è ne ordina la cessazione.
Sotto accusa sono le frasi “Snellisci e rimodella il tuo corpo”, “Aiuta a ridurre le adiposità più resistenti nella zona di girovita e fianchi”, “Trattamento ultra snellente studiato per la riduzione delle adiposità più resistenti, tipiche dell’età del cambiamento”, che inducono in errore il pubblico sugli effetti del prodotto.
Il concetto di “snellimento” è inevitabilmente associato a quello del “dimagrimento” e ciò non è assolutamente accettabile né compatibile con la natura cosmetica del prodotto, cui può essere riconosciuto unicamente un effetto rassodante o levigante della pelle.
Anche la scritta riportata a caratteri impercettibili “Effetto non associato a calo ponderale” è insufficiente a temperare la suggestione creata dal contesto del messaggio.
Per la cronaca va ricordato che Kilocal, declinato in varie versioni, ha collezionato ben 5 condanne negli ultimi anni.
L’ultima risale al 18 dicembre 2012 e riguarda “Kilocal armonia donna” che prometteva di “ritrovare l’equilibrio e l’armonia della coppia”, di “aiutare a ridurre i cali di desiderio” oltre a proporsi come un rimedio contro le vampate di calore. Questa volta è stato censurato un cosmetico che la società Pool Pharma propone all’interno della linea Kilocal.
Il Giurì ha accolto la richiesta di censura inviata a febbraio da Il fatto alimentare. Siamo in attesa del responso in relazione alla seconda richiesta di censura per la pubblicità dell’integratore Kilokal donna apparsa su diversi quotidiani nazionali, sostenuta dalla cantante Fiordaliso.
Come è già successo in passato pochissimi giornali e siti internet riporteranno l’ennesima condanna.
I direttori dei giornali e delle testate che ospitano abitualmente la pubblicità di Kilocal fanno finta di ignorare le loro responsabilità, quando pubblicano messaggi palesemente ingannevoli.
Accettare pubblicità spazzatura non è certo un comportamento corretto per i professionisti dell’informazione.